(blog di una storia cthuloide nell'epoca fascista italiana)

lunedì 1 settembre 2014

Cinegiornale del 24 Ottobre 1932 - Mussolini a Torino: il discorso



Estratto dal discorso di Mussolini a Torino:
"Camerati Torinesi! Questa veramente magnifica comunione di spiriti, per cui noi in questo momento siamo un solo cuore e una sola anima, non potrebbe chiudersi senza rivolgere un pensiero pieno di profonda devozione alla Maestà del Re, che rappresenta la continuità, la vitalità, la santità della Patria.

Quale dunque è la parola d'ordine per il nuovo decennio, verso il quale noi andiamo incontro con l'animo dei vent'anni? La parola è questa: Camminare, costruire, e, se è necessario, combattere e vincere!"

lunedì 28 ottobre 2013

O.V.R.A.

 L'OVRA è stata la polizia segreta dell'Italia fascista dal 1930 al 1943 e nella Repubblica Sociale Italiana dal 1943 al 1945. Il termine OVRA viene però comunemente utilizzato per riferirsi, più genericamente, alla polizia politica fascista attiva anche in precedenza, in particolare da dopo gli attentati del 1926.



La sua denominazione non venne spiegata, solitamente viene considerata come una sigla soggetta a varie interpretazioni: «Opera Volontaria per la Repressione dell'Antifascismo», «Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell'Antifascismo», «Organo di Vigilanza dei Reati Antistatali».

Compito dell'OVRA era la vigilanza e la repressione di organizzazioni sovversive, giornali contro lo Stato e gruppi di stranieri.

Cronaca di un attentato

Il 31 ottobre 1926, domenica, Bologna, era in festa grande: veniva inaugurato il Littoriale, il grande stadio olimpico ancora oggi integro e funzionante. Per quegli anni, in Italia, l’opera era colossale; per realizzarla Leandro Arpinati, all’epoca vicesegretario del partito fascista, presidente del Coni e presidente della Federcalcio, nonché indiscusso ras di Bologna, era andato più volte in visita nelle capitali europee e specie a Praga, dove era stato edificato il modello di stadio più recente; vi si era recato con il costruttore Costanzini. Le spese per l’edificazione del Littoriale erano state ingenti e avevano dato adito a critiche e anche a insinuazioni da parte dei nemici di Arpinati; tanto che Mussolini, più tardi, fece svolgere discrete indagini, dalle quali nulla risultò di men che chiaro e dalle quali uscì rafforzata l’immagine integra di Arpinati, sul piano della personale onestà. Benito Mussolini aveva fatto solenne ingresso nello stadio dalla porta della Torre olimpica, in sella a un cavallo bianco, osannato da una folla di centomila bolognesi. Nella stessa giornata aveva parlato all’Archiginnasio, alla Società per il progresso delle scienze e aveva inaugurato la casa del Fascio. Avrebbe dovuto essere dunque l’apoteosi di Arpinati, sia come ras di Bologna che come gerarca nazionale; ma giusto alla fine la giornata volse in tragedia.

La grande torpedo sulla quale il Duce veniva ricondotto alla stazione di Bologna era guidata da Arpinati in persona; a bordo, l’altro gerarca di Bologna, Dino Grandi e il sindaco Puppini. L’automobile, scoperta, imboccò via Indipendenza, venendo da via Rizzoli; procedeva tra due ali di folla contenute a stento da carabinieri e soldati. All’altezza dell’Arena del sole, subitaneamente, tra le sagome di due carabinieri, si sporse un braccio, un pugno armato di pistola. L’attentatore sparò sicuro, ben fermo, un solo colpo in direzione di Mussolini, che era seduto al fianco di Arpinati. Il proiettile sfiorò entrambi, bruciò un lembo della giacca e bucò la fascia dell’Ordine mauriziano che Mussolini portava sulla divisa.



L’attentatore venne istantaneamente bloccato e fu linciato in pochi attimi dalla folla: l’attentatore linciato fu riconosciuto per il giovane Anteo Zamboni, uno studente di sedici anni, bolognese, ultimo di una vecchia famiglia di anarchici.

giovedì 10 ottobre 2013

Lettera del prof.Ricci - 9 Novembre 1928

Cari amici,
sono costretto ad allontanarmi da Roma per urgenti motivi personali: la mia povera zia ha molto risentito degli eventi di questi ultimi giorni e ho ben pensato di portarla presso alcuni parenti lontani che abbiamo al nord, sperando che si riprenda da questa orribile esperienza.

Mi dispiace per non avervi potuto salutare, ma confido nel fatto che ci rivedremo presto.

Un caro e sincero abbraccio,

Enrico Ricci

Lettera consegnata a casa del prof. Ettore Majorana la mattina del 9 novembre 1928.

martedì 8 ottobre 2013

Cinegiornale del 7 Novembre 1928 - Magma a Mascali!

Notiziario Straordinario del 7 Novembre 1928

L'eruzione dell'Etna, iniziata con una frattura a circa 2000 metri di altezza, nella notte del 2 novembre scorso e alimentata da una successiva nuova attività piroclastica il giorno successivo, pareva aver graziato la popolazione siciliana, evitando all'ultimo la cittadina di Sant'Alfio, verso la quale apparentemente era diretta.
Purtroppo non è stato così e nella mattina del 6 novembre la città di Mascali si è svegliata in preda alle urla e al panico: il magma era arrivato nella notte alle porte della città, scorrendo lungo un canale sotterraneo che non risultava visibile data la conformazione del terreno...