“Il
movimento fascista per essere compreso deve essere considerato in tutta
la sua vastità e profondità di fenomeno spirituale. Le sue
manifestazioni sono state le più potenti e le più decisive, ma non
bisogna fermarsi ad esse. Il fascismo italiano non è stato infatti
solamente una rivolta politica contro governi fiacchi e incapaci che
avevano lasciato decadere l’autorità dello stato, … ma è stata una
rivolta spirituale contro le vecchie ideologie… rivolta spirituale,
dunque, il fascismo è stato espresso direttamente dal popolo”
il duce Benito Mussolini in un messaggio al pubblico inglese, 5 gennaio 1924
I primi giorni di aprile del 1930 Niccolò Giani fonda a Milano,
insieme ad un gruppo di giovani in prevalenza universitari, la Scuola di
Mistica Fascista; "Nella gran massa dei nostri colleghi - scriveva
Giani - la nostra rivoluzione era considerata soprattutto nelle sue
realizzazioni concrete, il lato profondamente spirituale del fascismo
sfuggiva del tutto o quasi. Di fronte a tale materializzazione della
nostra rivoluzione noi reagimmo.
La Scuola (che prese il nome da Sandro
Italico Mussolini figlio di Arnaldo Mussolini prematuramente scomparso)
si proponeva di "diffondere mediante conferenze e pubblicazioni, i
principi informatori della Mistica Fascista e la loro concreta
attuazione". "Non cercate altrove - scriveva Giani che diresse la Scuola fino al 1941 - guardate al fascismo, imparate a conoscerlo e lo amerete, studiatelo e diventerà la vostra idea. Né per voi sarà mai una catena ma un vincolo d’amore verso una creazione più grande dell’umanità. Esso sarà per voi e per tutti l’alba di un nuovo giorno".
DECALOGO DELLA MISTICA FASCISTA
- Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
- Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell'avventura e del pericolo.
- Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia.
- Ugualmente capaci di comandare e di ubbidire.
- Abbiamo un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.
- Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto,negare lo scetticismo,volere il bene ed operarlo in silenzio.
- Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo,necessario si, ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.
- Non indulgere al mal costume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all'appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.
- Accostarsi agli umili con intelletto d'amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo occorre dare l'esempio della probità.
- Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono i più eloquenti dei discorsi.
- Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene.
- Avere vicina sempre la verità e come confidente la bontà generosa.
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